giovedì 3 marzo 2016

La calma è virtù?


Ho sempre tentato di non dividere il mondo in gruppi, di non distinguere le persone in base al loro comportamento, ma devo ammettere che a volte è difficile anche per me. Mi capita infatti di pensare che la gente si distingua in grandi macro-categorie. Sia chiaro che non sto parlando di razza o popolazione, ma di attitudine e comportamento.

Ad esempio: per me la terra è divisa tra persone calme e nervose. Semplicistico? Probabile. Realistico? Anche. Ci sono comunque delle scale di grigio, ed io appartengo a questa "terra di mezzo". Sono la persona più ansiosa della storia, in certi momenti, mentre al lavoro la calma regna in me sovrana (entro certi limiti).

Il fatto è che questa mia attitudine zen, costruita in anni di piccoli sforzi per cambiare il mio carattere, in ambito lavorativo, viene scambiata per menefreghismo, o peggio quella che io chiamo "insapidità". Di cosa parlo? Di quell'atteggiamento che contraddistingue alcune persone, per le quali un risultato o un altro non cambia, un orario nemmeno, un complimento o un insulto neppure. A questi individui, le giornate scivolano addosso e spesso sono pigrissimi, ma io non mi ci riconosco.

Vivo però in questo stato di calma indotta, perchè mi fa stare meglio: agitarmi tanto per una cliente rompiscatole, mi farà concludere al meglio la vendita? Farmi prendere dal panico per il disordine, mi farà sistemare tutto più in fretta? Temo di no. Ma al contrario, credo che lavorerò meglio se lo faccio con un indole tranquilla. Chissà se la gente lo capisce, o se come questo signore quì sotto, preferiscono lavorare con la tensione in corpo!

credits: www.forbes.com



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