venerdì 2 settembre 2016

Fertilityday: l'epic fail è servito


Prima di tutto, una dovuta premessa: noi donne sentiamo la pressione dell'orologio biologico, da molto prima che una campagna social del governo, attraversi la nostra timeline di facebook. Pensate a tutte quelle volte, che una ragazza si sposa: le si augurano figli maschi. A lei e al marito. E nei mesi seguenti, le si chiede se stanno tentando di procreare. Senza contare la sensibilità della donna e della coppia, ignorando il fatto che potrebbero non volere bambini ( nell'immediato futuro, almeno) o che al contrario, questi pargoletti non arrivino. Non si fa che aggiungere frustrazioni ad una situazione già di per se complicata, perchè diciamocelo: decidere di mettere al mondo un figlio è un misto tra coraggio ed incoscienza. Nessuno sa come andranno le cose: il lavoro (per chi ce l'ha) potrebbe andare perso, il bambino potrebbe non stare bene, il matrimonio potrebbe naufragare. E nessuno è pronto, almeno al primo figlio, alle notti insonni e/o alle coliche che fanno strillare l'infante così tanto, da desiderare di non avere l'udito. Per non parlare del fatto che nonostante tutto l'impegno messo nell'educare un bambino, questo potrebbe disconoscerci da adulto.

Inoltre diciamolo: l'Italia non è un paese i cui è facile diventare madri, e poi genitori. Le agevolazioni a livello economico, sono accessibili solo alle famiglie con basso reddito. Giustissimo aiutare chi è in difficoltà, ma a tutti gli altri? L'asilo è costoso, e il part-time per le mamme è pressochè qualcosa di mistico. Per non parlare dell'odiosa domanda ai colloqui, dove  viene chiesto tutt'ora a molte donne, senza troppi giri di parole, la situazione sentimentale e il desiderio o meno di metter su famiglia.
Capisco tuttavia, il punto di vista di un'imprenditore, che paga una persona che gli verrà a mancare per circa un anno. Dovrà assumerne un'altra, farle un adeguato training, pagando sempre i contributi senza alcun sgravo fiscale da parte del governo.

Ed è inoltre difficile per me, non ripetere quello che è già stato detto riguardo il Fertilityday, e l'epic fail della campagna social riproposta più volte su facebook e twitter. Delle immagini una più offensiva e ridicola dell'altra, che colpevolizzano qualsiasi categoria alla quale si rivolgono. Si va dalla gestante con una clessidra in mano, che ci invita a muoversi a fare figli. Poi si invitano i giovani a metter su famiglia, dicendo loro di essere creativi, e infine si allude all'infertilità maschile, citando la buccia di banana. Così, forse perchè il frutto dell'amor ha una forma fallica.

credits: www.nextquotidiano.it


Ora mi chiedo: non può essere solo colpa del premier Renzi, che dice di non saperne nulla, o del ministro Lorenzin, che difende a spada tratta una campagna social risibile. L'unica spiegazione è che questi due si circondino di yes man, che non gli dicano quando stanno per far uscire per tutto l'internet, una cavolata tremenda. Badate bene: noi siamo in un paese con una percentuale altissima di disoccupazione femminile e giovanile. Nel primo caso, si "aiutano" le donne con il figlio piccolo (meno di un anno), dando loro modo di chiedere l'assegno di  disoccupazione per una breve durata, anche se esse stesse si licenziano. Questo può aiutare le lavoratrici che non vengono pagate, magari con datori di lavoro in difficoltà, certo. Ma tutte le altre? Creare servizi quali asili nido che non costino una follia, o non rendere il part time un miraggio, aiuterebbe molto di più. Per quanto riguarda il discorso giovani: con cosa manterrebbero il frutto del loro amore, se non lavorano? Ma in che mondo vivono la Lorenzin e i suoi?

Ancora più triste la questione infertilità, o sterilità femminile e maschile. Come si fa a colpevolizzare così tanto, una condizione già di per se, tutt'altro che semplice? Perchè non rendere meno difficile il percorso per l'adozione, che resta un "lusso" per pochi?

Infine, un mio pensiero personale. Ho incontrato mio marito a trent'anni, e prima di lui, pensavo all'avere figli, come una cosa stratta e ben lontana da me. Ora il nostro percorso insieme, prevede anche quello di creare una famiglia, ma confesso che non è mai stato il mio obbiettivo di vita. Prima di tutto, a vent'anni non avevo una relazione consolidata, e non credo sarebbe stato un buon affare, uscire qualche mese con un coetaneo, e decidere di fare un figlio. Perchè io non ero pronta, non eravamo compatibili e sarebbe stato un errore, soprattutto per il bambino. Ed è per questo che ho aspettato. Inoltre le donne che per scelta decidono di non avere figli, o che sono sterili, non sono meno donne di chi, ha una famiglia numerosa.

Il Fertilityday, può essere nato con le migliori intenzioni, ma la campagna social è un'epic fail mostruoso, come dicevo all'inizio. Offende la dignità delle donne, trattate come fattrici. Offende le famiglie con figli disabili, perchè la "fertilità è un bene comune", può voler dire che noi si figlia per la società. Se un bambino nasce con delle difficoltà quindi, è un peso per la collettività?
Offende gli uomini: trattati come impollinatori, e da buttare come bucce di banane, nel caso siano sterili. Colpevolizza i giovani: non bastava Padoa Schioppa e il suo "bamboccioni". Ora viene detto loro di essere creativi e di figliare, anche se non sono riusciti a lasciare loro stessi il nido, per motivi economici.

Ho letto che tutt' Italia si è indignata per questa campagna social, e se fossi complottista direi qusi che la Lorenzini è una pronipote di Garibaldi. Che ne dite?

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