martedì 15 marzo 2016

Volevo essere una rock star. E per tre giorni lo sono stata.


L'ultimo post risale ormai a più di una settimana fa: lo sò avevo promesso di scrivere più spesso, ma è successa una cosa bellissima. Le mie amiche, dopo uno sfavillante addio al nubilato sabato sera, mi hanno "rapito" domenica mattina e portato a Malta. Lo sapeva il mio ragazzo, ne erano a conoscenza le colleghe e la mia famiglia. Io invece dopo una serie di scherzi in merito, credevo non saremmo partite questa volta: non lo pretendevo certo e non lo davo per scontato.

Invece le mie amiche si sono superate, e hanno realizzato anche il mio sogno: essere una rock star. Munita di parrucca rosa e gonfiabile a forma di chitarra, sono andata in giro per Malta, con il mio gruppo, anch'esso composto da ragazza dai capelli coloratissimi. L'ispirazione?


Jem e le Hologram
credits: www.mammerock.net

Dire che è stato divertente è riduttivo e ammetto che mi sono sentita veramente un pò una rock star. Cosa non facile per me: sono un'appassionata di questo genere musicale, ma mi sono dovuta scontrare con la realtà tanto tempo fa. Provengo da una famiglia veneta, con i piedi ben saldati a terra: velleità artistiche musicali non sarebbero state certo giudicate come fonte di sostentamento o lavoro futuro. Poco male, poichè ho scoperto già da piccina di essere stonata come una campana e incapace di produrre leggiadri suoni, con qualsivoglia strumento. Ricordo infatti con terrore le lezioni di musica alle scuole medie, quando dovevo sorbirmi il pubblico ludibrio, tanto ero incapace!

Ad ogni modo, ho sempre sognato di essere una rock star. Sogno appunto: so che non lo sarò mai, anche perchè non ne ho le potenzialità. Potrei un giorno diventare famosa certo, ma non per le mie qualità canore. E questo le mie amiche lo sanno bene: ma perchè non farmi vivere tre giorni in cui, con divertimento, fingevamo di essere una band?

Le ringrazio ancora pubblicamente, come saluto tutte le amiche, colleghe e le mie cognate per essere state con me sabato prima della partenza. E per non avermi portato a ballare, se non chi si alzava domenica mattina? Il mio futuro marito sapeva tutto, infatti mi ha salutato alle ore 8.00 circa: io ero in coma, e per fortuna che mi ha svegliato lui. Non so se avrei sentito il campanello, e anche questo è molto rock, non trovate?

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo contributo!